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Dopo un primo ed un secondo portoghesi… non potevo non provare un dolce… ed anche se forse cado sullo scontato e banale… non ho resistito ed anche io ho provato a fare una mia versione dei famosi Pastéis de Belém!
Credo di non esser l’unica che in questa tappa portoghese dell’Abbecedario della Comunità Europea ha voluto provare questi dolcetti… ma sono davvero famosissimi… tanto da far parte anche loro, come il caldo verde, delle 7 meraviglie della gastronomia portoghese! …la ricetta che ho provato l’ho presa dal libro della Lonely Planet “The world’s best street food” che ne racconta anche l’origine che come per molti altri dolci portoghesi ha origine nei monasteri: “il primo riferimento a una ‘tortina al latte’ si trova in uno storico ricettario portoghese, “Infanta Dona Maria” (1538-77). Dopo la chiusura dei monasteri a seguito della rivoluzione liberale del XIX secolo, un intraprendente monaco del mosteiro dos Jerónimos de Belém cominciò a vendere a un grande negozio dei pasticcini, quelli che divennero presto noti come pastéis de belém. Nel 1837 l’antiga Confeitaria de belém iniziò a produrre i suoi pastéis basandosi sulla ricetta originale di quel monastero.”
(foto prese dal web)
Sembra che ora siano solo 3 le persone a conoscere la ricetta segreta di queste tortine presso la Confeitaria de Bélem, comunque oltre che in questo storico luogo queste tortine così famose si possono gustare in tutto il Portogallo dove vengono chiamate più comunemente Pastéis de nata! 🙂
Ed ora ecco la mia ricetta, ispirata a quella del libro con qualche piccolissima modifica… come una piccola dose in più di panna e meno di latte!
Vi ricordo anche che l’Abbecedario Culinario della Comunità Europea è fermo in Portogallo, con la guida di Patrizia del blog La Melagranata fino al 10 marzo!
- 200 ml di latte
- 100 ml di panna
- 5 tuorli d’uovo
- 3 cucchiai di zucchero
- 1 pizzico di sale
- 2 cucchiai di farina
- 2 pezzetti di scorza di limone
- 1/2 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
- 1 stecca di cannella
- 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
In una ciotola capiente sbattete con una frusta il latte, la panna, i tuorli, lo zucchero e il sale. Incorporate la farina con
attenzione per evitare grumi. Quando il composto sarà denso e liscio incorporate la scorza, la vaniglia e la stecca di cannella. Trasferite in un pentolino e mescolate costantemente, a fuoco basso, con la frusta. Fate attenzione che il calore non sia eccessivo o si rischia di cucinare le uova. Continuate a mescolare finché la crema sarà addensata. Mescolate sempre per evitare grumi e farsì che la crema resti morbida. Togliere il pentolino dal fuoco e lasciar freddare. Una volta fredda togliere la pellicina formatasi in superficie ed eliminare la cannella e la scorza di limone.
Stendete la sfoglia con un matterello su una superficie infarinata, a uno spessore di 25 mm. Eliminate la farina in
eccesso e arrotolate la pasta a formare un sigaro, a partire dal lato corto. Tagliatelo quindi a fette di 4 cm di lunghezza. Usando le dita, schiacciate il centro di ogni pezzo, lavorandolo poi per ottenere una forma a coppetta. Se diventa appiccicoso, aggiungete altra farina. Poggiate le coppette di sfoglia (dovrebbero essere spesse 25 mm) senza premerle troppo negli stampini per muffin; lasciatele strabordare un po’ dallo stampo, perché si ritireranno in cottura. Riempite ciascuna sfoglia per tre quarti lasciando comunque 1 cm di pasta libero. Infornate in forno preriscaldato a 150° per 15 minuti o finché i dolcetti sono dorati e la crema assume una sfumatura brunita. Se notate che la superficie si sta scurendo troppo, coprite i dolcetti con carta d’alluminio.
Pastéis de Belém – Portuguese Cream Tarts
After a soup and the chicken dish… it’s time to try a sweet portuguese recipe… and of course, i wanted to try probably the most famous portuguese sweet treat… the Pastéis de Belém!
These tartlets are famous through all Portugal as Pastéis de Nata but they originally born in Bélem, a Lisbon area. I took this recipe from a Lonely Planet book “The worl’d s best street food” where there is also the history of these tarts which, as many sweet portuguese treats, origins in monasteries : “The first reference to a similar ‘milk tart’ is in a historic Portuguese cookbook, ‘Infanta Dona Maria’ (1538-77). centuries later, after the closure of monasteries during the liberal revolution in the 100s, an enterprising employee of Belem’s Mosteiro dos Jeronimos (monastery) offered sweet pastries to a general store (conveniently, this was attached to a sufar refinery). The pastries rapidly became renowned as Pastéis de Belém. In 1837 baking of the Pastéis began from the same premises, now the Antigua Confetairia de Belém, using the same monastery recipe.”
Now only 3 people know the secret recipe in the Antiga Confetairia de Belém but lets try to make our own with this recipe… till we’ll have the chance to try the original one is Portugual! 🙂
I remember you that the European Community ABC (a culinary journey through the european community countries) is now in Portugal with the guide of Patrizia of the blog La Melagranata till the 10th of march.
- 200 ml of milk
- 100 ml of cream
- 5 egg yolks
- pinch of salt
- 2 tbsp of flour
- 2 strips of lemon peel
- 1/2 tsp of natural vanilla extract
- 1 cinnamon stick
- 500 gr of ready puff pastry
In a large bowl whisk milk, cream, yolks, sugar and salt. Carefully whisk in the flour to avoid lumps. When the batter is smooth add lemon peel, vanilla and cinnamon stick. Transfer the batter in a saucepan and use a whisk to stir constantly over low heat. It is important to heat milk slowly in order not to cook the yolks.
Continue to stir till the mixture resembles thick custard. Keep stirring to keep a smooth consistency. Remove form heat and aloow to cool. Once cooled remove milk skin on top, lemon peel and cinnamon stick.
Roll out the puff pastry with a rolling pin on a lightly floured surface, till it’s a 25mm thick. Remove excess of flour and roll the dough like a cigar, starting from the shorter side. With the roll lenghtwise cut the dough into 4 cm lenghts. With each piece, use your thumb and fingers to push down the roll centre and gently press the dough to create a cup shape, working in a circular pattern. Add flour if it gets too sticky.
Press and shape dough gently into muffin cups, extend the dough over cup lips slightly to ensure that it won’t shrink ehn baking. Shells should be around 25mm thick. Spoon custard mixture into each cup till 3/4 full (leave 1 cm of pastry showing).
Bake in preheated oven at 150° for 15 minutes or till the pastry turns golden brown. The top should be partially brown. If the tops gets too brown cover the top of tarts with aluminium foil.
ma che buoneeeeeeee!!! bellissime…
uno dei miei dolci preferiti!!!
ti sono venute perfette!!
Ciao, eh si Belém vale la pena di una visita, una cittadina che ha affascinato pure noi! E che dire di queste pastine: nella famosa pasticceria c’era una lunghissima coda per assaggiarle!
La tua ricetta è da provare quanto prima, erano così buone…
baci baci
Pingback: Pastéis de Belém …Tortine alla panna portoghesi – Portuguese cream tarts
Capperi!!!! Li ho fatti anch’io!!! :*DDD
Solo che (al solito) sono rimasta fregata dalla traduzione letterale del sito e devo aver sbagliato qualcosa… Il ripieno è completamente diverso da quelli originali… ma è di un buono… :P****
Anche il procedimento per dare la forma alle pastine è diverso uffi… ma dove sono capitata??? :DDD
Che dici.. le propongo lo stesso? 😛
Un bacione!!!
Vero Terry, le ho viste anche in qualche altro blog e se riesco le farò anch’io perché sembrano straordinari questi dolci. Complimenti!!
Pingback: Canja de Galinha (portoghese) per l’Abbecedario Culinario Europeo La Melagranata
Terry, troppo buone! Dovrò decidermi a farle anche io, grazie!!!
Gata: certo che DEVI postarle!!!! Le aspetto 😀
Patrizia grazie :*) per domani avrai il post promesso ^_____^ un bacione!!!!!
Ma sai che io non le conoscevo ? Altro che cadere nel banale… stupendi dolcetti e grazie per la ricetta ! un abbraccione !!
Che buoni!!! Uno dei migliori ricordi del viaggio a Lisbona. Forse ora li proverò anch’io. Brava!